Parallelamente all’eliminazione
della casa vecchia c’è l’acquisizione della casa nuova. In
teoria non dovrebbe essere un problema trovarne una, giacché il
Garda pullula di abitazioni in vendita. Lo stile più consueto è
quello del villaggio dei Puffi tamarro, con casettine spuntate come
funghi (velenosi) una vicina all’altra in modo da deturpare il
panorama nel modo più invasivo possibile. Pertanto, una volta scelto
il paese di residenza, conviene accaparrarsi un tetto nella
costruzione più abominevole del circondario, così uno ci sta dentro
ed evita di vederla da fuori, il che è già un buon inizio. Per
quanto riguarda le dotazioni, le case in questa parte del globo hanno
tutto, piscina e giardino compresi. Per uno che arriva dalla cintura
aspramente urbanizzata che collega Milano a Monza avere a
disposizione un pezzetto di verde spelato con una pozza d’acqua
clorata è un sogno che si realizza. Ci sono anche le villone
megagalattiche con le darsene, gli uliveti a perdita d’occhio, le
piscine a filo e le caverne di Batman, ma stranamente non te le
affittano a 500 euro al mese.
Quando vado a vedere le case il
visitor sono io. Due sono le cose a cui penso mentre mi avvicino alla
porta: le suole delle scarpe e l’espressione facciale. Le suole
devono essere pulite e il viso deve essere impassibile, mummiforme.
Non devono trasparire i brutti pensieri e nemmeno quelli belli, cala
che poi chiedano più soldi d'affitto.
Non posso comprare una casa. E se
poi tra un anno scappiamo? Se i miei figli non si ambientano? Se
impazzisco e mi trasformo in un criceto? Insomma, stavolta, per la
prima volta nella vita, voglio operare scelte assennate. Oculate,
anche se questo aggettivo non mi piace granché come suona.
Nessun commento:
Posta un commento